Ultima modifica: 11 Marzo 2019
> Valutazione degli alunni e certificazione delle competenze al termine della quinta classe della scuola primaria ai sensi del D.L. n. 62 del 13/04/2017

Valutazione degli alunni e certificazione delle competenze al termine della quinta classe della scuola primaria ai sensi del D.L. n. 62 del 13/04/2017

LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI (DLGS. 62/2017 artt. 1 e 2)

PREMESSA

“La valutazione ha per oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione e formazione, ha finalità’ formativa ed educativa e concorre al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo degli stessi, documenta lo sviluppo dell’identità personale e promuove la autovalutazione di ciascuno in relazione alle acquisizioni di conoscenze, abilità e competenze. La valutazione periodica e finale degli apprendimenti delle alunne e degli alunni nel primo ciclo, ivi compresa la valutazione dell’esame di Stato, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo, è espressa con votazioni in decimi che indicano differenti livelli di apprendimento.” (DLGS. 62/2017 artt. 1 e 2)

Agli insegnanti competono la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione, nonché la scelta dei relativi strumenti, nel quadro dei criteri deliberati dagli organi collegiali. Ai sensi del Regolamento della valutazione (DPR n. 122/09) gli insegnanti sono chiamati a valutare gli apprendimenti, in termini di conoscenze e abilità, il comportamento e a certificare le competenze. Le verifiche intermedie e le valutazioni di fine quadrimestre devono essere coerenti con gli obiettivi e i traguardi previsti dalle Indicazioni e declinati nel curricolo. La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari, attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. La valutazione nella pratica didattica assolve la funzione di capire:

  • cosa è cambiato;
  • cosa funziona meglio;
  • cosa non funziona ancora.

Valutare significa attivare un confronto tra gli obiettivi proposti nell’ambito della programmazione e i risultati conseguiti; significa misurare il livello dei risultati e riequilibrare, eventualmente, mezzi e metodi di intervento.

Nella valutazione convergono non solo dati misurabili, ma anche osservazioni sui ritmi di apprendimento, sull’impegno, sulla socializzazione, sui livelli di misurazione raggiunti. La valutazione implica a sua volta la verifica, ossia l’intervento periodico che mira a prendere atto e a misurare quanto è successo o sta avvenendo in un processo di apprendimento.

Il processo di valutazione si articola in tre fasi nell’ottica di una valutazione formativa:

  • “valutazione diagnostica” o iniziale, fatta nel momento di intraprendere un itinerario formativo;
  • “valutazione formativa” o in itinere, che accompagna costantemente il processo di insegnamento/apprendimento nel suo svolgersi. È parte costitutiva ed imprescindibile, non già giustapposta, del più articolato processo cognitivo. La sua forte valenza metacognitiva deve essere adottata come “strumento” di regolazione interna delle condotte dei docenti e degli allievi;
  • “valutazione sommativa” o finale, che va condotta al termine di un periodo di formazione e che ha scopi plurimi:
  • l’espressione di un giudizio complessivo sugli apprendimenti conseguiti da ciascun allievo;
  • l’analisi complessiva della qualità dell’istruzione attivata, quindi delle scelte didattiche compiute, da cui ricavare indicazioni per modificare e migliorare la programmazione.
  • “Valutazione orientativa” che favorisce un’accurata conoscenza di sé.

Le prove del Sistema Nazionale di Valutazione (le prove sono formulate da una Commissione di esperti istituita presso l’INVALSI, l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione, e somministrate a livello nazionale) somministrate nelle classi II e V dei plessi dell’intera Direzione Didattica contribuiscono, attraverso un’attenta analisi e confronto dei risultati con quelli delle altre scuole analoghe, a formare una guida per il miglioramento dell’insegnamento e offrono ai docenti uno strumento per riflettere sul curriculum effettivamente svolto e sulle relative abilità e competenze acquisite o da acquisire dai propri alunni, portando a modificazioni positive, da parte delle singole scuole nell’impostare la propria Offerta Formativa.

E’ importante coinvolgere l’alunno nel processo della valutazione sia informandolo sul valore dei criteri adottati (cosa viene valutato e come viene valutato) sia aiutandolo a non demonizzare l’errore.

La valutazione deve avere la finalità di rendere l’allievo consapevole delle proprie capacità, abituandolo a raggiungere un atteggiamento critico nei confronti del proprio agire per poter attuare un processo di formazione e cambiamento.

Orientare significa guidare l’alunno ad esplorare se stesso, a conoscersi nella sua interezza, a riconoscere le proprie capacità ed i propri limiti, a conquistare la propria identità, a migliorarsi continuamente.

 RIFERIMENTI NORMATIVI Per la valutazione degli alunni occorre fare riferimento alle seguenti norme:

  • Legge n. 169 del 30/10/2008;
  • DPR n. 122 del 22/06/2009;
  • Legge n. 170 dell’8/10/2010 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico);
  • D.M. n. 21 del 12/07/2011 (Disposizioni attuative della L. n.170);
  • Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2012;
  • DPR 28 marzo 2013 n.80 (Regolamento sul SNV in materia di Istruzione e Formazione);
  • DLGS. 13 APRILE 2017, n. 62;
  • M. 3 OTTOBRE 2017, n. 741;
  • M. 3 OTTOBRE 2017, N. 742;
  • NOTA MIUR 10.10.2017, PROT. n. 1865.

VERIFICA DEGLI APPRENDIMENTI E VALUTAZIONE

E’ necessario distinguere l’azione di verifica, che comporta l’accertamento degli apprendimenti disciplinari, dall’azione di valutazione, che, a partire dagli esiti formativi registrati, considera i processi complessivi di maturazione della personalità dell’alunno. Le verifiche registrano conoscenze, abilità, talvolta aspetti della competenza, mentre il giudizio valutativo rende conto degli aspetti dell’apprendimento, in relazione a progressi, regressi, impegno, motivazione, capacità critiche, abilità metodologiche. La verifica è un’attività di confronto tra uno stato di fatto dello studente e uno standard al fine di rilevare concordanze o difformità. Può avere carattere quantitativo e in questo caso si basa su misurazioni attraverso le quali si attribuiscono “punteggi” alle prestazioni degli studenti. Quando ha carattere qualitativo, la verifica consiste nell’osservazione, rilevazione e apprezzamento di fenomeni ed eventi. Le verifiche vengono predisposte dai docenti delle discipline e seguono criteri di:

– sistematicità: vengono effettuate al termine di ogni unità di apprendimento o sequenza significativa;

– omogeneità: in riferimento al tipo di esercitazioni e tecniche normalmente usate nel lavoro di classe;

– utilità: per rendere l’allievo partecipe dei propri progressi e delle proprie difficoltà per cui ogni prova contiene esplicitate le prestazioni richieste;

– significatività: sono impostate e studiate per servire come controllo di uno o più obiettivi e rispecchiano, nella valutazione dei risultati, l’analisi delle prestazioni richieste, esplicitata nella programmazione.

Le verifiche sistematiche consistono in:

– prove non strutturate o semistrutturate: interrogazioni orali, questionari aperti, relazioni, ricerche, prove grafiche, produzione di testi scritti…;

– prove strutturate: a risposta aperta, di associazione, di completamento, a scelta binaria, a scelta multipla…;

– prove esperte o autentiche: prove di verifica che non si limitano a misurare conoscenze e abilità, ma anche le capacità dello studente di risolvere problemi, compiere scelte, argomentarle, produrre un microprogetto o un manufatto; in pratica mirano a testare aspetti della competenza. La valutazione autentica si fonda anche sulla convinzione che l’apprendimento scolastico non si dimostra con l’accumulo di nozioni, ma con la capacità di generalizzare, di trasferire e di utilizzare la conoscenza acquisita in contesti reali. Per questa motivazione nella valutazione autentica le prove sono preparate in modo da richiedere agli studenti di utilizzare processi di pensiero più complessi, più impegnativi e più elevati.

VALUTAZIONE NELLA SCUOLA PRIMARIA

In conformità con le direttive ministeriali la valutazione degli apprendimenti nelle singole discipline è espressa in decimi in relazione agli obiettivi, ai descrittori e agli indicatori fissati dagli specifici gruppi disciplinari e articolati nel dettaglio nelle griglie predisposte dalle insegnanti della scuola primaria della Direzione Didattica “Galileo Galilei” che si sono organizzate in gruppi di lavoro per declinare i descrittori di voto per ogni disciplina e per il comportamento. Per ogni griglia sono stati individuati i nuclei fondanti di ogni disciplina, sono stati estrapolati gli indicatori, i descrittori di voto e i traguardi irrinunciabili sulla base delle “Indicazioni nazionali della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione del 2012”.

https://www.direzionedidatticagalileogalilei-paganicalaquila.it/wp-content/uploads/2018/05/Descrittori-di-voto-.pdf

DESCRIZIONE DEI CRITERI PER LA VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO

La valutazione del comportamento dell’alunna e dell’alunno viene espressa collegialmente dai docenti attraverso un giudizio sintetico riportato nel documento di valutazione e si riferisce allo sviluppo delle competenze di cittadinanza. Per la valutazione del “COMPORTAMENTO” gli indicatori stabiliti sono visionabili al link:

https://www.direzionedidatticagalileogalilei-paganicalaquila.it/wp-content/uploads/2018/05/Descrittori-di-voto-.pdf

CRITERI DI VALUTAZIONE DI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

La valutazione dell’alunno diversamente abile è più complessa, non solo perché dà luogo ad un documento di valutazione ma anche perché deve trovare dei punti d’incontro con quella della classe di appartenenza. Non è facile, infatti, stendere una griglia univoca e valida per tutti i casi, poiché è necessario considerare le competenze e le potenzialità di ciascuno.

PEI e PDF, infatti, ci forniscono gli indicatori per tali osservazioni.

Per quanto riguarda le competenze disciplinari il PDF, in linea con le Indicazioni Nazionali, ci aiuta individuando le principali aree disciplinari e le competenze da sviluppare nell’arco dei cinque anni di scuola primaria. Ogni insegnante, quindi, in base alle proprie osservazioni, può declinare gli indicatori delle competenze da raggiungere, attraverso i quali effettuerà poi una valutazione che non considera le singole prove, ma il percorso nella sua complessità.

Anche nella valutazione del comportamento bisognerà considerare le difficoltà derivanti dalla disabilità e procedere nel percorso e nella valutazione stabilendo poche ma chiare e raggiungibili competenze.

Per la valutazione del livello globale di maturazione dell’alunno, in alcuni casi, si vede la necessità di tenere conto della:

  • FREQUENZA SCOLASTICA
  • SOCIALIZZAZIONE:
  • Relazione con i coetanei
  • Relazione con gli adulti di riferimento
  • PARTECIPAZIONE
  • ORGANIZZAZIONE:
  • Autonomia personale
  • Autonomia nel lavoro
  • ATTEGGIAMENTO NEI CONFRONTI DELL’ESPERIENZA SCOLASTICA
  • COMPRENSIONE
  • ESPRESSIONE

VALUTAZIONE ALUNNI BES

A livello generale, la valutazione degli alunni con BES deve:

  • essere coerente con gli interventi e i percorsi pedagogici e didattici programmati (PEI o PDP);
  • essere effettuata sulla base di criteri personalizzati e adattati all’alunno/a, definiti, monitorati e documentati nel PDP/PEI e condivisi da tutti i docenti del team di classe;
  • verificare il livello di apprendimento degli alunni, riservando particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti riferiti alle abilità deficitarie, e curando principalmente il processo di apprendimento piuttosto che il prodotto elaborato;
  • prevedere la possibilità di aumentare i tempi di esecuzione e di ridurre quantitativamente le consegne;
  • essere effettuata con gli strumenti compensativi e le misure dispensative individuate nell’ambito del PDP;
  • tenere presente:
  1. a) la situazione di partenza degli alunni;
  2. b) i risultati raggiunti dagli alunni nei propri percorsi di apprendimento;
  3. c) i livelli essenziali di competenze disciplinari previsti dalle Indicazioni Nazionali;
  4. d) le competenze acquisite nel percorso di apprendimento.

CRITERI DI NON AMMISSIONE ALLA CLASSE SUCCESSIVA

La non ammissione è contemplata solo in casi eccezionali e all’unanimità. Ogni caso è valutato singolarmente, poiché ogni alunno ha un proprio vissuto, un proprio percorso di apprendimento che può essere costituito da difficoltà, ma anche da conquiste e progressi.

Tuttavia, c’è la possibilità e l’eccezionalità della non ammissione con queste premesse:

  • come costruzione delle condizioni per attivare/riattivare un processo di apprendimento positivo con tempi più lunghi e più adeguati ai ritmi individuali;
  • come scelta condivisa con le famiglie;
  • come evento accuratamente preparato per l’alunno, anche con riferimento alla classe di futura accoglienza;
  • come evento da considerare eventualmente negli anni di passaggio tra segmenti formativi, che richiedono livelli cognitivi più elevati per garantire apprendimenti successivi;
  • quando i documentati e diversificati interventi di recupero e sostegno non si sono rivelati efficaci;
  • la non validità dell’anno scolastico per aver superato il monte ore annuale previsto per le assenze.

Per quest’ultimo punto il Collegio Docenti, con propria delibera, stabilisce eventuali deroghe al limite della frequenza per accertare la validità dell’anno scolastico:

  1. lunghi periodi di assenza dovuti a malattia certificata;
  2. particolari situazioni dell’alunno e della famiglia.

Tali deroghe possono essere debitamente documentate a condizione che la frequenza sia stata tale da consentire ai docenti contitolari della classe di acquisire gli elementi necessari per procedere alla valutazione.

Ai fini della non ammissione alla classe successiva, vengono considerati casi di eccezionale gravità quelli in cui si registrino contemporaneamente le seguenti condizioni:

  • assenza o gravi carenze delle abilità propedeutiche ad apprendimenti successivi

(lettoscrittura, calcolo, logica matematica);

  • mancati processi di miglioramento cognitivo pur in presenza di stimoli individualizzati.